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Le proroghe e le sospensioni degli adempimenti tributari ed extra-tributari legate all’emergenza sanitaria Covid-19 sono stati molteplici e a volte contrastanti. In tale instabilità normativa, gli Enti Locali non hanno nemmeno la certezza di poter emettere i propri avvisi di accertamento, con ripercussioni sui bilanci e con il richio perdite di gettito. Ne parliamo con Claudia D’Agabito, consulente Kibernetes per i Tributi per gli Enti Pubblici.

Claudia quali sono le principali misure fiscali adottate dal Governo per sostenere l’economia italiana nel periodo di Covid19?

Per alleggerire i carichi amministrativi degli enti e degli organismi pubblici a causa della situazione straordinaria di emergenza sanitaria legata al Covid-19, il Governo ha introdotto una serie di misure fiscale volte a prevenire e arginare l’espansione degli effetti negativi sul sistema economico italiano. Una vera e propria pluralità di interventi, tra cui, i più significativi sono: proroghe e sospensioni, cancellazione e riduzione di imposta, incentivi e ristori a fondo perduto e la creazione anche del Fondone, il Fondo Ristori per i Comuni, importantissimo proprio per gli enti locali.

Scorriamo con ordine tutti i decreti che si sono susseguiti nel tempo, e i versamenti e adempimenti che rimangono ancora sospesi? Cominciamo con il Decreto ‘Cura Italia’.
Partiamo dal Decreto ‘Cura Italia’, ovvero dal DL 18 del 2020 convertito con la legge 27 del 2012. Tale apparato normativo ha posto l’attenzione su tre aspetti fondamentali: l’articolo 67 e 68, sulle attività e riscossione degli Enti Impositori, che ha disciplinato la sospensione o meglio la proroga dei termini di decadenza e di prescrizione e la sospensione sostanzialmente dei versamenti derivanti da cartelle esattoriali; l’articolo 107, che disciplina del termine di approvazione del bilancio e delle tariffe, prevedendo il differimento amministrativo contabile per quanto riguarda chiaramente il termine di approvazione del bilancio di previsione e ovviamente il comparto tariffario adesso allegato; l’articolo 108, che ha previsto una sospensione della complessa attività di notifica degli atti.
Più in dettaglio, l’articolo 67 comma 4 del Decreto ‘Cura Italia’ ha previsto una proroga dei termini di prescrizione e di decadenza dell’attività accertativa, andando in deroga a quanto affermato nello Statuto del contribuente del 2000, ovvero che tali termini non potevano essere prorogati.
L’articolo 67 ha ripreso ciò che col decreto legislativo del 2015, il 155, il legislatore aveva previsto.
Bisogna anche dire che tale decreto ha un’ambito di applicazione piuttosto ampio, poiché prevede che la sospensione temporale concessa al contribuente per effettuare versamenti e adempimenti in presenza di eventi eccezionali (e attenzione, perché la portata della dell’apparato normativo è applicabile a qualsiasi adempimento tributario ed extra tributario) debba coincidere, sempre sotto il profilo temporale, con la sospensione dei termini di decadenza e di prestazione dell’attività accertativa dell’amministrazione finanziaria.

E cosa vuol dire ciò in pratica?
Sostanzialmente ha posticipato di 85 giorni il termine per gli Enti  per espletare tutte le attività previste dalla norma.
La Circolare 11e dell’Agenzia delle Entrate ci ha fornito importantissimi chiarimenti in merito: per tutti gli atti accertabili nel 2020, quindi per le annualità dal 2015 al 2019, i termini non scadono più il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata commessa la violazione, ma 85 giorni dopo.
Ciò vuol dire che l’Ente oggi può emettere avvisi IMU 2015 entro il 26 marzo 2021 e IMU 2016 entro il 26 marzo 2022.
Il Decreto ‘Cura Italia’ è quindi importantissimo, perché prevedendo lo spostamento in avanti del decorso dei termini di decadenza per un periodo pari alla sospensione, comporta un periodo ulteriore pari ad 85 giorni che gli enti potranno utilizzare per espletare le attività considerate dalla norma.

Il Decreto Rilancio?
Il Decreto Rilancio inizialmente aveva creato un po’ di confusione per gli enti territoriali, perché aveva previsto che tutti gli atti che scadevano tra l’8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2020, emessi entro il 31 dicembre 2020, potevano essere notificati per tutto il 2021.
Si introduceva quindi per la prima volta una scissione tra l’emissione dell’atto e la sua notifica.
La conversione in legge ha però aiutato molto a far chiarezza, perché con l’introduzione dell’articolo 7-bis si è chiarito che queste disposizioni non sono applicabili alle entrate degli enti territoriali.
Quindi anche tutti i decreti successivi non riguardano territoriali.

Quali sono le esenzioni della prima rata IMU 2021 contenute nella Legge di Bilancio?
Un aiuto importantissimo dato a tutti i settori maggiormente colpiti dalla pandemia e che hanno subito molte perdite economiche è stato introdotto, nella prima fase, col decreto ristori e poi prorogato con la Legge di Bilancio 2021, quindi la legge 178 del 30 dicembre 2020, che ha previsto l’esenzione dell’acconto IMU 2021 per tutti i settori connessi all’attività del turismo dello spettacolo e gli esercizi alberghieri.
Con alcune condizioni: per quanto riguarda gli agriturismi, bed and breakfast, residence, così come le discoteche e le sale da ballo la condizione è che i proprietari siano anche i gestori dell’attività.
È chiaro che questa esenzione ha comportato un contestuale incremento del Fondo Ristori per i comuni, perché sappiamo bene che gran parte del gettito delle Entrate proprie locali degli enti deriva proprio dall’Imposta Municipale Unica.
Si sarebbe quindi trattato esclusivamente di un minor del gettito per gli enti.

Ci puoi dire qualcosa sulla sospensione delle cartelle e delle ingiunzioni del Decreto legge 7/2021?
Il decreto legge 7 del 2021 ha previsto un’altra mini proroga: ha sospeso la notifica di 50 milioni tra cartelle e altri atti impositivi fino al 28 febbraio.
Sono stati ancora una volta bloccati i versamenti delle entrate locali, tributarie ed extratributarie, le attività di recupero dei crediti e le azioni esecutive. I termini per poter notificare cartelle e ingiunzioni sono stati rinviati fino al 28 febbraio 2021, mentre i pagamenti dovranno essere effettuati entro il mese successivo, vale a dire entro il 31 marzo 2021.
Tra i dossier più delicati a cui il nuovo Governo dovrà dedicarsi con urgenza c’è proprio quello della ripresa della riscossione coattiva.
Sulla base delle anticipazioni che circolano in questo momento, questa mini proroga dovrebbe essere un preludio per un’applicazione una soluzione più duratura con il decreto Ristori Quinquies, al momento è in elaborazione dal Governo.
Per quanto riguarda i termini di approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 c’è stato, in un primo momento, un differimento al 31 gennaio 2021.
In seguito, su richiesta degli enti che erano stati oggetto di una serie di novità normative, dall’introduzione della nuova IMU, all’abolizione della Tasi, alla redazione del Piano finanziario sulla base della metodologia ARERA disciplinata dalla delibera 443, con il decreto del Ministero degli Interni è stata apportata un’ulteriore proroga al 31 marzo 2021.

Anche qui le indiscrezioni che circolano in questo momento prevedono un ulteriore proroga al 30 aprile 2021.
Non abbiamo ancora nessuna conferma ufficiale, quindi ad oggi il termine è il 31 di marzo 2021.
Sappiamo bene sulla base della normativa vigente che gli enti locali devono deliberare le tariffe e quindi in generale i tributi di propria competenza entro il termine dettato dalle norme statali per l’approvazione del Bilancio di previsione 2021-2023, quindi il 31 marzo 2021, dette deliberazioni, seppur emesse successivamente all’inizio dell’esercizio, hanno effetto dal primo gennaio dell’anno di riferimento.
Sempre in merito alle sospensioni alle proroghe c’è stata una proposta di emendamento da parte dell’Anci anche per la proroga del Canone Unico Patrimoniale al 2022.
Al momento però sembrerebbe non avere trovato applicazione.
Quindi allo stato attuale il Canone Unico Patrimoniale è in vigore a partire dal 2021.

Al Canone Unico Patrimoniale dedicheremo un approfondimento, nei prossimi articoli di LinkPA.

Consulente del Dipartimento per la Trasformazione digitale di Dipartimento per la Trasformazione Digitale - Governo Italiano | + articoli