(nell’immagine di copertina, Maria Assunta Serra, DG di Sardegna Ricerche. Credits: Sardegna Ricerche)
Incentivare gli investimenti in ricerca da parte delle aziende e aiutarle a creare prodotti altamente innovativi da immettere nel mercato. Questo era lo scopo di Sardegna Ricerche, l’agenzia specializzata in ricerca e innovazione della Regione Sardegna, con i bandi POR FESR 2014-2022. Un risultato pienamente raggiunto, visto che mercoledì 18 a Cagliari, nell’ex Manifattura Tabacchi, sono stati presentati i frutti della prima linea di intervento, quella sull’aerospazio questi avvisi pubblici: 8 idee diventati prima progetti sulla carta, poi prodotti realizzati e funzionanti per aiutare le pubbliche amministrazioni e le altre aziende a una gestione più oculata delle risorse. Uno di questi progetti era SardOS, Sardegna Osservata e monitorata dallo Spazio, a cui Kiberentes ha contribuito in modo determinante, investendo risorse e assumendo persone sul territorio che poi sono entrate compiutamente nella produzione aziendale.
Gli obiettivi
“È un progetto di crescita per portare la Sardegna a un livello di competizione internazionale”, spiega Maria Assunta Serra, Direttrice Generale dell’agenzia, introducendo l’evento. Per farlo c’era bisogno di progetti innovativi, utili, originali che trovassero un’applicazione pratica e che quindi andassero oltre il mero intento di ricerca. Per questo, “si sono volute sostenere gli investimenti in ricerca delle imprese, facendole collaborare con altre imprese e con centri di ricerca pubblici e università” ha spiegato Petra Perreca, che per Sardegna Ricerche si è occupata di interloquire e seguire le oltre 40 aziende hanno collaborato con i centri di ricerca per la realizzazione dei progetti. Tra questi ultimi ci sono le Università di Cagliari e Sassari, il CRS4, l’Istituto per la Bioeconomia del CNR, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Agris Sardegna, Porto Conte Ricerche e la Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Dieci milioni di euro di investimenti complessivi, di cui il 30% a carico delle aziende, che hanno permesso la creazione di otto progetti, tutti avente come filo conduttore, l’aerospazio.
SardOS
A presentare SardOS – Sardegna Osservata e monitorata dallo Spazio c’era Gianluca Falcioni di Nemea Sistemi, la capofila del progetto che è stato realizzato assieme a Kibernetes e al Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari. SardOS è un sistema di progettazione territoriale volto al controllo e monitoraggio dei contesti urbani, rivieraschi e delle zone umide attraverso l’incrocio di tre “occhi”: i dati SAR dei satelliti della costellazione CosmoSkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana, che vengono incrociati con quelli di Hydra, un drone acquatico sviluppato da Nemea e con i dati dell’Agenzia delle Entrate.

Gianluca Falcioni di Nemea Sistemi presenta SardOS
SardOS, sviluppato in ambiente GIS, infatti permette di rilevare nel tempo le variazioni di superfici e volumetriche dell’edificato, e quindi ai comuni di individuare per tempo i manufatti su cui realizzare accertamenti, la variazione delle linee di costa e delle concessioni demaniali, e quindi agli enti di pianificare interventi che mitighino l’erosione costiera e di rilevare in tempo la formazione di sedimenti nelle aree umide, come stagni, foci dei fiumi, torrenti e quindi alle agenzie di protezione civile e ai comuni di mettere in sicurezza il territorio, evitando inondazioni e alluvioni devastanti, che comportano costi materiali, e purtroppo, spesso anche di vite umane.
Falcioni ha illustrato i progetti, i risultati sui comuni che hanno partecipato alla sperimentazione, come quello di Quartu Sant’Elena, dove è stata monitorata la linea di costa della spiaggia del Poetto, l’edificato e i sedimenti nello stagno di Molentargius.
“SardOS ha realizzato un monitoraggio che si inserisce nell’ordinarietà del contesto”, ha detto la professoressa Maria Teresa Melis intervenendo alla tavola rotonda finale, sottolineando come sia uno strumento che può essere utilizzato nella quotidianità per monitorare un territorio. “SardOS non è sono un sistema tecnologico – ha aggiunto – ma rende oggettivi fenomeni già noti di abusivismo”, perché misura compiutamente e precisamente non solo l’entità del fenomeno complessivo, con schermate video che individuano le aree urbane più colpite dal fenomeno, ma anche sul singolo edificio, indicando le misure di eccedenza.
I progetti
Gli altri sei progetti (uno infatti è ancora in fase di verifica, perché in un primo momento non ha raggiunto i risultati prefissati e quindi si è preferito lasciare un po’ di tempo per migliorarlo e portarlo a compimento) sono stati di grande interesse
Si tratta di API, Aeromobili a pilotaggio remoto intelligente per il monitoraggio ambientale, realizzato dalla capofila Nurjanatech e presentato da Pietro Andronico; Dragon – Drone for Agricultural optimization, illustrato da Lucio Locci di Neatec; i-Thermal, presentato dall’ordinario di ingegneria chimica dell’Università di Cagliari e presidente del Distretto Aerospaziale Sardo, Giacomo Cao. Si tratta dello sviluppo di un sistema di testing di materiale ad altissima temperatura per la propulsione spaziale; Nicolaus, realizzato dalla capofila Abinsula e presentato da Francesco Martini, “mira a fondere i dati raccolti attraverso le osservazioni satellitari e i dati rilevati localmente con l’obiettivo di creare una piattaforma per il supporto decisionale nell’agricoltura di precisione”, come si legge nella pagina web che presenta il progetto; Sauron (sempre di Aeronike) per la sorveglianza del territorio attraverso sensori aerotrasportati, Sigi – Sistema integrato di gestione degli incendi, un sistema di monitoraggio che riesce a individuare un incendio entro 5 minuti attraverso l’utilizzo dei satelliti meteo.
L’evoluzione
Kibernetes non si è fermata a un progetto di ricerca ma è andata avanti e ha realizzato una soluzione completa, che integra la parte tecnologica e il software all’intelligenza di esperti consulenti che forniscono analisi agli enti suoi clienti. La soluzione che Kibernetes ha brevettato si chiama K-Space ed è sempre più apprezzata dagli enti che si sono avvalsi del suo supporto, come il Comune di Chioggia.
Direttore LinkPA