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Verrà rifinanziato il bando per accedere alla Piattaforma Notifiche Digitali? Se quanto avvenuto con i bandi App IO, SPID/CIE e PagoPA costituisce un precedente, è possibile che anche per la Misura 1.4.5 “Piattaforma Notifiche Digitali” l’avviso venga riaperto. Dopo la chiusura dell’11 novembre, sono infatti ancora disponibili 51,7 milioni di euro su 200 milioni stanziati (22,4 per le regioni del Sud, 29,3 per le altre regioni).

Anche in questo caso, si tratta di un’occasione importante per i comuni, per non perdere il treno della digitalizzazione degli uffici e delle procedure con importanti finanziamenti per ogni ente.

Cos’è la PND

Chiariamo subito un dubbio: la piattaforma è chiamata digitale perché si digitalizza il processo, non perché ci si rivolge solo a domicili digitali: anche in assenza di una pec o di altro domicilio digitale, invierà una notifica cartacea all’indirizzo del destinatario.

Come funziona

La PND è un portale a cui accedono sia le pubbliche amministrazioni, sia cittadini, imprese e professionisti: le prime per “caricare” gli atti da notificare, gli altri per controllare se c’è un documento indirizzato a loro e scaricarlo.

Al caricamento di un nuovo documento da notificare ad un Cittadino, la PND verifica se c’è la disponibilità di un domicilio digitale, in caso positivo procede inviando una comunicazione ufficiale con i riferimenti per scaricare il documento, altrimenti spedisce un avviso di disponibilità in maniera tradizionale (raccomandata).

Sarà inviata una notifica di disponibilità anche attraverso SMS e messaggi su App IO a seconda dei dati di contatto disponibili.

Quando entrerà a regime, per gli utenti finali si realizza il “Cassetto digitale del cittadino”, mentre per le PA si elimina la necessità di indire gare di postalizzazione, con notevoli risparmi in caso di invii massivi come le sanzioni al codice della strada.

PND, piattaforma o software

Per utilizzare la PND l’ente ha due possibilità:

  • caricare “manualmente” ogni atto da notificare direttamente sulla piattaforma;
  • integrare i suoi sistemi informatici con un applicativo che “dialoghi” con la PND.

In questo secondo caso si parla di B2B, attraverso le API (Application Programming Interfaces), interfacce che permettono di far dialogare le applicazioni.

Il caricamento “manuale” è in realtà solo una possibilità che può essere attuata dagli enti di ridotte dimensioni, che gestiscono poche notifiche. Per gestire invii con un numero importante di atti da notificare, come le citate sanzioni al codice della strada, il comune sarà obbligato ad affidarsi ad applicazioni che permettono il dialogo tra i sistemi informatici degli uffici e la PND.

PND: dubbi e incognite per il futuro

Per l’ingresso dei comuni nella PND il PNRR italiano ha previsto uno stanziamento di 200 milioni di euro. Alla chiusura del bando, l’11 novembre, ne sono avanzati 51,7. L’avviso 1.4.5 finanziava l’integrazione dei sistemi informatici dell’ente per dialogare con la Piattaforma e l’attivazione di due servizi di notifica, tra i 12 indicati nel bando, di cui uno obbligatoriamente doveva essere la “Notifica di violazione del codice della strada”.

Se il bando dovesse essere riaperto è possibile che quest’ultimo obbligo possa decadere: infatti, sono molti i comuni che non gestiscono direttamente le violazioni del codice della strada, perché affidate a consorzi o unioni, che non hanno avuto modo di richiedere il finanziamento perché esclusi dal bando appena concluso.

L’altro aspetto da chiarire è il ciclo che compie l’atto prima di essere notificato. Ad esempio, dovrà essere obbligatoriamente protocollato? Non è un dubbio di poco conto, visto che oggi la notifica massiva (vedi “sanzioni per infrazioni al CDS”) non vede sempre protocollati gli atti oggetto di notifica. Ma negli altri casi? Probabilmente il fulcro della relazione con la PND dovrà essere il protocollo e quindi è importante che quest’ultimo sia integrato in modo semplice con la piattaforma.

 

PND: è ora di agire

Qualora il bando venisse riaperto, è fondamentale per i comuni chiedere il finanziamento: non costa nulla e non comporta nessuna conseguenza futura, visto che la richiesta, in caso di incertezze, potrà essere revocata in qualsiasi momento.

E allora, perché mai perdere questa opportunità?

Responsabile Servizi Web di Kibernetes | + articoli
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