Trent’anni di ICI/IMU, sessanta scadenze di pagamento per i cittadini e un gettito annuale che solo nel 2021 ha sfiorato i 18 mila milioni di euro, oltre un terzo del totale delle entrate tributarie degli enti locali. È questa la fotografia scattata a distanza di tre decenni da quel lontano 1993 in cui gli italiani, per la prima volta, hanno dovuto prendere confidenza con il pagamento di un’imposta ricorsiva sugli immobili di cui erano proprietari. A trent’anni di distanza, sembrerebbe che gli enti arranchino ancora nel progettare e promuovere l’adozione di strumenti di cooperative compliance tra i propri cittadini e gli uffici comunali. Le motivazioni sono spesso associate alla scarsità di risorse e al poco personale da dedicare ma non sempre è così.
La realtà è che spesso manca un’idea concreta e funzionante. Una soluzione capace di poter gestire la vicenda tributaria dal punto di vista del contribuente: guidarlo negli adempimenti, restituirgli la sicurezza di aver effettuato un pagamento conforme che non lo esponga al rischio di controlli futuri.
I casi virtuosi
Ci sono anche comuni che dimostrano maggiore sensibilità nella costruzione di un sistema di servizi gratuiti di supporto e consulenza per i propri cittadini, che hanno anche introdotto meccanismi di premialità (previsti nel “Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva per l’anno 2021”, del MEF). Sono proprio questi ultimi enti che cominciano a ottenere i risultati sperati: maggiori entrate, minor carico sugli Uffici Finanziari e tendenziale azzeramento del contezioso.
I dati
Basti pensare che nel quinquennio 2017-2021 le somme da attività di accertamento scendono da 13 a 8,6 miliardi e che, per il solo 2021, ben 1.750 milioni sono da attribuire al 1.369.706 comunicazioni (cosiddetto “cambia verso”), secondo quanto riportato nel Rapporto sui risultati conseguiti in materia di contrasto all’evasione fiscale e contributiva – anno 2022, allegato alla nota di aggiornamento del DEF.
Altrettanto confortanti sono i dati della “Relazione sul monitoraggio dello stato del contenzioso tributario e sulle attività delle Commissioni Tributarie”: i ricorsi pervenuti alle CTP e CTR passano da 211.515 del 2017 a 120.511 del 2021, contribuendo ad alleggerire considerevolmente il lavoro della Giustizia Tributaria.
Sembrerebbe proprio che l’adozione combinata di tutti gli strumenti deflattivi del contezioso e di un approccio in stile compliance, oltre a consegnare ai cittadini un’immagine di maggiore efficienza della macchina amministrativa, contribuisca in maniera sensibile a migliorare tutti gli indici legati alla riscossione, sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi.
A fornire un’immagine più concreta sono gli stessi sindaci e responsabili finanziari. La crescente, convinta adesione degli amministratori è la conferma che i servizi compliance possono davvero modificare il rapporto tra ente e cittadino. La costante ricerca di soluzioni tecnologiche, unita maggiore specializzazione dei fornitori migliorerà ulteriormente gli strumenti di all’adempimento collaborativo. La sfida è arrivare al quarantesimo anniversario dell’IMU “accertamento free”.
Responsabile tributi