Il tema ambiente è oramai da anni argomento centrale nelle agende di governo di vario livello, basti pensare al Green Deal europeo e la recente istituzione del Ministero per la Transizione Ecologica. I territori e le città rappresentano il campo su cui giocare la sfida connessa alla crisi ambientale in atto, con particolar riferimento agli impatti del cambiamento climatico, i quali travalicano la sola valenza ecologica, investendo aspetti economici, sociali e culturali.

La sfida per gli enti

Le amministrazioni pubbliche locali sono oggi chiamate a rispondere a questa sfida, investendo risorse per incrementare la resilienza dei territori e raggiungere così obiettivi di sostenibilità. Solo un territorio resiliente è in grado di metabolizzare i fattori di stress (di varia natura), adattandosi e rinnovandosi nel rispetto delle proprie funzioni e delle proprie identità, così da garantire adeguati standard di vivibilità alle generazioni future.

L’Ente deve poter disporre di solidi quadri di conoscenza che permettono di individuare fattori interni (punti di forza e di debolezza) ed esterni (opportunità e minacce) di un determinato territorio, così da definire target specifici e programmare azioni puntuali, volte a minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità. L’efficacia di tali strategie deve essere necessariamente monitorata con appropriati set di indicatori, in modo da verificare il raggiungimento degli obiettivi e, se necessario, rimodulare le azioni.

Le soluzioni

Per gli enti quindi è sempre più necessario dotarsi di soluzioni con un approccio interdisciplinare, volte ad analizzare e valutare le dinamiche territoriali sotto vari punti di vista, in linea con i principi di pianificazione strategica. Si tratta di servizi ad hoc, con elevato valore innovativo e tecnologico.
I livelli informativi che devono essere messi a disposizione degli enti, quale base conoscitiva o strumento di monitoraggio, vengono elaborati da K-Space in ambiente GIS attraverso l’interpretazione di più fonti di dati, che possono comprendere remote sensing (immagini satellitari, aeree, droni), dati in situ (rilevamenti a terra) e le informazioni territoriali messe a disposizione da altri organi competenti (Agenzia delle Entrate, Arpa, Ispra). Nell’era dei big data è essenziale disporre di metodi analitici specifici che consentono di estrarre il vero valore e la conoscenza dalla massa di informazioni oggi disponibili. È altrettanto indispensabile detenere le conoscenze interdisciplinari per saper leggere ed interpretare queste informazioni in un’ottica di raggiungimento di obiettivi strategici. Al fine di garantire un elevato grado di preparazione su temi come questi, caratterizzati da elevata dinamicità, è utile intrattenere rapporti di confronto e di scambio reciproco con il mondo delle aziende e della ricerca.

Gli ambiti di applicazione

Gli ambiti di applicazione dei progetti a supporto della PA sono molteplici e variano al mutare dell’interlocutore, delle sue funzioni e obiettivi, oltre che delle caratteristiche del territorio. La spiccata componente innovativa, molto spesso, fa di questi progetti veri e propri processi di sperimentazione, che partono da una valutazione delle esigenze specifiche dell’Ente, passano per una disamina delle informazioni territoriali disponibili, per arrivare alla definizione della soluzione orientata al raggiungimento degli obiettivi.
La tematica ambientale viene declinata sia nei contesti urbani che territoriali.

Scala urbana

Secondo il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, le città risultano essere il punto nevralgico, definite come dei veri “hot spot” per il cambiamento climatico. Ospitano oltre il 90% della popolazione italiana ed erogano rilevanti servizi economici e socio-culturali, di conseguenza condensano gli effetti del cambiamento climatico su un’elevata percentuale di soggetti e attività sensibili. Inoltre, essendo sistemi prevalentemente artificiali, la loro resilienza deve essere garantita quasi esclusivamente dall’azione dell’uomo. Sono quindi i comuni gli attori chiamati a pianificare azioni di adattamento contro gli impatti oggi sempre più evidenti, quali: eventi di precipitazione intensa, eventi estremi di temperatura e ondate di calore, riduzione delle precipitazioni con problemi di scarsità idrica.

“Sono i comuni gli attori chiamati a pianificare azioni di adattamento contro gli impatti ambientali”

La strada da percorrere, e che molti enti stanno intraprendendo, è quella di dotarsi di un supporto informativo e di conoscenza che riesca a mappare e monitorare a scala urbana (di quartiere) le vulnerabilità e gli impatti, così da individuare gli ambiti prioritari d’intervento. L’atlante dell’uso del suolo, con particolare attenzione alla permeabilità e alla presenza di aree verdi, la mappa del calore urbano, l’identificazione geografica delle vulnerabilità socio-economiche correlate, sono livelli informativi essenziali per poter intraprendere azioni di adattamento efficaci in ambito urbano.

Scala territoriale

La scala territoriale segue i principi di quella urbana, allargando lo spettro d’azione. Alcune delle esperienze in tal senso riguardano: l’analisi delle vulnerabilità associate al rischio incendi, il monitoraggio del trend evolutivo della linea di costa, sia legato alla valutazione di opere di difesa costiera (ex-ante e ex-post), sia per il controllo delle concessioni demaniali marittime e attività di ripascimento associate, la ricognizione della titolarità giuridica dei terreni in particolari contesti (aree golenali), al fine di dare concreta attuazione ai piani territoriali, il monitoraggio dei sedimenti in alveo in un’ottica di valutazione del rischio idrogeologico e, infine, il controllo dei manufatti edificati in aree di rischio o di particolare tutela.

Alla base di questi progetti c’è la convinzione che risultati significativi in campo ambientale si possano raggiungere adottando strategie fondate su innovazione e conoscenza. PA, aziende private e università sono chiamate a investire in tal senso, perché solo attraverso la conoscenza del territorio e l’adozione di strategie efficaci, i nostri territori potranno essere attrattivi in termini di vivibilità, prosperità economica e qualità ambientale.

Architetto, responsabile Area Territorio e Ambiente di Kibernetes | + articoli

Dopo un'esperienza libero professionale come architetto, entra in Kibernetes dove si occupa di pianificazione e riqualificazione del patrimonio. In questa veste contribuisce alla costante evoluzione dei progetti dei clienti, perseguendo l'obiettivo di avvicinare gli Enti a una gestione strategica del patrimonio.