Il dl 183/2021 proroga i termini per l’uso esclusivo della Piattaforma dei Crediti Commerciali (PCC) per le risultanze dello stock del debito e dell’indice ITP, spostandolo al 2022. Dal prossimo anno, quindi, la PCC diventa l’unico strumento da cui attingere informazioni.
Inoltre, la Corte di Giustizia Europea per relazionare sui debiti dell’Italia si basa proprio su questa piattaforma. Dunque è sempre più indispensabile per i comuni tenere la PCC aggiornata e allineata ai propri sistemi contabili.
La proroga
Una prima proroga c’è stata con la legge 160/2019 (comma 854). Le amministrazioni diverse dallo Stato sono obbligate a iscrivere un nuovo accantonamento chiamato Fondo Garanzia Debiti Commerciali (FGDC) calcolato in misura variabile in base al proprio ITP a partire dal bilancio di previsione 2021-2023 anziché dal 2020-2022. Per il 2021 rimane la possibilità di certificare i dati desunti dalla propria contabilità previo parere dell’organo di revisione contabile.
Cosa devono fare le PA
Tutte le amministrazioni diverse dallo Stato sono tenute all’aggiornamento puntuale della PCC, tracciando le operazioni di contabilizzazione (liquidazione, sospensione, non liquidabile) di storno/pagamento e comunicazione scadenza. Tanto più la Piattaforma ricalca la contabilità tanto maggiore sarà la precisione del dato che viene preso in considerazione dalle autorità esterne tanto sarà più facile la gestione contabile dell’ente. Le amministrazioni soggette al regime di Siope Plus sono agevolate nella fase di aggiornamento della contabilizzazione e del pagamento, ma non sono esonerate dal controllo e dalla sistemazione delle posizioni non coerenti. A tal proposito, sono a disposizione diverse funzioni di ricerca e aggiornamento per aiutare gli operatori nell’arduo compito di verifica e allineamento.
Le amministrazioni che, invece, non sono soggette a Siope Plus hanno l’obbligo di dover allineare manualmente con inserimenti singoli o massivi la PCC alla propria contabilità.
Obiettivi della Piattaforma
L’obiettivo principale della PCC è sicuramente quello di determinare in maniera certa e lineare la quantificazione dello stock del debito degli enti e i tempi medi di pagamento.
Attraverso l’uso sempre maggiore della PCC si è potuto analizzare l’andamento dello stock degli ultimi anni e gli indici di ritardo di pagamento. Tali parametri hanno portato a riflessioni a livello governativo e anche alla messa in atto di misure per agevolare la riduzione di questi due indici, come ad esempio le varie anticipazioni di liquidità che sono state concesse negli ultimi due anni.
Misure non solo a sostegno degli enti ma, a maggior ragione, delle ditte fornitrici.
Quali mezzi deve usare l’ente
Onde poter allineare la situazione contabile dell’ente con la Piattaforma c’è bisogno di alcuni aspetti imprescindibili.
Ad esempio, una base dati della contabilità allineata e bonificata (è consigliato cancellare dalla banca dati tutte le posizioni debitorie non corrette, come fatture registrate doppie, aggancio note di credito a fatture, sistemazione dei documenti che sono stati oggetto di pagamenti anticipati e/o atti transattivi), un software di contabilità che in maniera agevole sia in grado di fornire il calcolo dello stock e dell’ITP in tempo reale (per poterlo confrontare con la situazione in PCC) e che gestisca in maniera corretta e chiara il collegamento tra ente e banca (soprattutto per chi è in regime di Siope Plus), di una conoscenza della PCC e dell’individuazione di una o più figure all’interno dell’ente in maniera tale da poter operare costantemente all’allineamento.
Debiti PA: a che punto siamo
Secondo una recente pubblicazione Eurostat, negli ultimi anni il debito commerciale delle pa continua a crescere a livello di stock, mentre si è notevolmente abbassato l’indice di tempestività dei pagamenti.
Gran parte dello stock è formato dalla parte corrente ma è facilmente spiegabile in quanto i debiti di parte capitale insorgono in maniera molto più controllata, basti pensare che prima di emettere una fattura una ditta deve attendere il nulla osta da parte della pubblica amministrazione, che detta i tempi.
Con la sentenza del 28 gennaio 2020 la Corte di Giustizia Europea ha affermato che l’Italia ha violato l’art. 4 della direttiva UE 2011/7 sui tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra amministrazioni pubbliche e imprese private. Gli unici comparti che hanno rispettato i tempi di legge di pagamento sono stati la sanità e gli enti pubblici nazionali, non a caso soprattutto la sanità è tenuta all’aggiornamento costante della PCC anche attraverso la gestione dei Nodi di smistamento degli ordini di acquisto (NSO).
Ad oggi, si può affermare che il MEF non è ancora in grado di conoscere esattamente a quanto ammonta complessivamente il debito commerciale in capo a tutte le amministrazioni pubbliche con i propri fornitori, pur essendo stato introdotto l’obbligo della fatturazione elettronica emessa attraverso SDI che popola la PCC e la contabilità dell’ente e il Siope plus che attraverso l’OPI e gli ordinativi informatici dovrebbe restituire le informazioni alla PCC per la chiusura del debito.
Diventa quindi sempre più importante l’allineamento della Piattaforma dei Crediti Commerciali onde evitare sanzioni e misure sempre più stringenti a livello di programmazione e disponibilità di risorse.