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Una nuova piattaforma digitale modificherà il modo di lavorare degli uffici pubblici e il rapporto tra questi e i cittadini. La Piattaforma Notifiche Digitali (PND), è stata istituita dalla legge di Bilancio 2020 e disciplinata dall’articolo 26 del decreto “Semplificazione”, ma entra solo ora nel suo percorso di realizzazione effettiva. Quando sarà a regime consentirà di armonizzare tutte le notifiche da parte della pubblica amministrazione italiana aventi valore legale a persone fisiche, giuridiche, residenti o aventi sede legale nel territorio nazionale, creando uno standard nazionale per le notifiche.

La PND
La piattaforma è infatti chiamata digitale perché digitalizza il processo, non perché si rivolge solo a domicili digitali. Infatti, in assenza di una pec o di altro domicilio digitale, invierà le tradizionali raccomandate con ricevuta di ritorno.
La PND è sostanzialmente un portale a cui accedono sia le pubbliche amministrazioni, sia i cittadini: i primi per “caricare” gli atti da notificare, i cittadini, le imprese e i professionisti per controllare se c’è un documento indirizzato a loro. Quando un ente deve notificare un atto “carica” il certificato nella piattaforma, indicando anche tutti i dati del destinatario in suo possesso e comanda al sistema di effettuare la notifica. La PND per prima cosa verifica se c’è l’esistenza di un domicilio digitale, in caso positivo procede inviando una comunicazione ufficiale con un link da cui scaricare il documento, altrimenti invia una raccomandata per conto dell’ente.
In sostanza, è una possibilità in più che si ha di notificare l’atto cartaceo, con l’indubbio vantaggio di tracciare la notifica in ogni passaggio.

PIATTAFORMA O SOFTWARE?
Per accedere alla PND, l’ente ha due possibilità: caricare “manualmente” ogni atto sulla piattaforma o integrare i suoi sistemi informatici con un applicativo che “dialoghi” con la PND. In questo secondo caso si parla di B2B, attraverso le API (application programming interfaces), interfacce che permettono di far dialogare le applicazioni.
Il caricamento “manuale” è in realtà solo una possibilità che può essere attuata dagli enti di ridotte dimensioni, che gestiscono poche notifiche. Per gestire invii più consistenti, fino ad arrivare a quelli massivi, come le sanzioni al codice della strada, di fatto sarà obbligatorio affidarsi ad applicazioni che permettono il dialogo tra i sistemi informatici del comune e la PND.
Automatizzare questo processo significha ridurre i costi generali delle notifiche. Ma anche la realizzazione e gestione della PND ha un costo, che dovrà essere affrontato dalle singole pubbliche amministrazioni, secondo le indicazioni del decreto del Ministero dell’Innovazione del 30 maggio 2022 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 agosto). Ed è proprio qui che interviene il PNRR, con la Misura 1.4.5 che finanzia con 80 milioni di euro e che ha come beneficiari i comuni italiani.

Il PNRR
Come tutti i bandi del piano, anche in questo sono stati individuati degli ambiti. Sono dodici, di cui uno obbligatorio: quello delle notifiche delle violazioni del Codice della Strada, e uno facoltativo che i comuni potranno scegliere tra: violazioni extra Codice della Strada, riscossione tributi (con pagamento), riscossione tributi (senza pagamento), riscossione entrate patrimoniali (con pagamento), riscossione entrate patrimoniali (senza pagamento), sollecito pagamento servizi scolastici, comunicazione VL relative ad ufficio anagrafe, comunicazioni VL ufficio tecnico/Suap, ordinanze comunali con pagamento, ordinanze comunali senza pagamento, comunicazioni relative a riscossioni coattive e ingiunzioni fiscali.
Per richiedere il finanziamento ogni comune deve indicare due ambiti (quello obbligatorio, violazioni del Codice della Strada, e un altro a scelta tra gli altri undici). Una volta ricevuta la conferma del finanziamento si devono cercare i fornitori a cui affidare il servizio. Uno sicuramente sarà il fornitore che gestisce il software delle sanzioni al CDS, un altro può essere, ad esempio, chi gestisce il protocollo e la parte amministrativa, che sono gli altri ambiti caratterizzati da un alto numero di notifiche.
Le regole per l’integrazione saranno disponibili all’ente nel momento in cui riceve il finanziamento e si registra sulla PND (c’è un self-care che rilascia tutti gli accessi). Una volta compiuta questa integrazione si deve notificare almeno un atto per ogni servizio attivato.

I TEMPI
I comuni devono prestare attenzione alle tempistiche, che sono più ristrette rispetto ad altri avvisi PNRR. Il bando si chiude alle 23.59 dell’11 novembre. Dal momento in cui ricevono l’approvazione, si hanno cinque giorni per iscriversi al CUP. Dal momento del finanziamento, tre mesi per individuare il fornitore e, da questa data, sei mesi per concludere il lavoro. Il contributo è un voucher una tantum da richiedere attraverso le soluzioni standard.
A causa di queste tempistiche stringenti sarà fondamentale dialogare con i fornitori già prima della presentazione della domanda.

I PROBLEMI
Le problematiche non si esauriscono con le tempistiche. Ad esempio, i comuni che non gestiscono direttamente le violazioni del codice della strada, perché affidate a consorzi o unione dei comuni, sono esclusi dalla partecipazione alla PND. Sarà un tema che dovrà essere chiarito dal Dipartimento della Trasformazione digitale.
L’altro aspetto da chiarire è il ciclo che compie l’atto prima di essere notificato. Ad esempio, dovrà essere protocollato? Non è un dubbio di poco conto, visto che in genere le sanzioni del CDS non vengono protocollate ma hanno solo un numero progressivo gestito dal software. Ma negli altri casi? Probabilmente si passerà dal protocollo e allora il software del protocollo dovrà essere integrato con queste funzioni.

VANTAGGI
Dubbi a parte, in questo momento l’aspetto più rilevante per i comuni è chiedere il finanziamento: perché non costa nulla e non comporta nessuna conseguenza futura, visto che potrà essere declinato in un secondo momento. Inoltre, dopo l’esperienza di questi primi mesi, è indubbio che i bandi PNRR con le soluzioni standard, come quest’ultimo sulla PND, producono delle economie che possono essere utilizzate per l’integrazione di tutti i gestionali dell’ente.
E allora, perché mai perdere questa opportunità?

Responsabile Servizi Web di Kibernetes | + articoli