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Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha voluto utilizzare i fondi residui dei bandi per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, chiusi a inizio settembre, per dare la possibilità agli enti che non avevano partecipato di presentare comunque domanda, attraverso una nuova finestra temporale, e a chi aveva presentato domanda, di implementare le richieste con nuovi servizi. Quindi i comuni hanno ancora tempo per chiedere i finanziamenti e partecipare alla transizione digitale del Paese, sempre attraverso la modalità semplificata delle soluzioni standard.

Bandi: modalità e novità
I bandi che sono stati riaperti sono quelli relativi ad App IO, SpID / CIE e PagoPA, che sono quelli che avevano riportato dei residui di fondi stanziati e non completamente utilizzati. L’intento dell’amministrazione centrale è dare la possibilità a tutti i comuni di portare avanti questi finanziamenti.
Proprio per questa ragione nei bandi c’è una nuova caratteristica: un aiuto maggiore agli enti nell’individuazione degli investimenti già avviati, quindi già dichiarati nella prima sessione dei bandi stessi. L’aiuto si esplica in un controllo durante la compilazione, che avvisa se certe azioni sono già state portate a finanziamento con il “Fondo innovazione”, e che quindi non possono essere richieste, oltre a indicare se sono già stati attivati determinati servizi (ad esempio, SpID o CIE) e che quindi non possono essere nuovamente inseriti.
Ad essere interessati dalla riapertura dei bandi non sono solo quegli enti che non avevano partecipato affatto alla prima finestra degli avvisi, rinunciando di fatto a un’ottima occasione per la digitalizzazione degli uffici e dei servizi al cittadino: anche chi ha partecipato e si è visto riconoscere un finanziamento può comunque fare domanda di integrazione alla precedente dichiarando nuovi servizi.
Un esempio può aiutare a chiarire questa possibilità. Prendiamo il servizio PagoPA. La tassonomia prevede l’implementazione di questa modalità di pagamento per circa 117 servizi. Se con il primo avviso PNRR un comune ne ha portati a finanziamento un certo numero, ad esempio 15, può integrare la richiesta effettuata in precedenza con nuove attivazioni.
Lo stesso con l’app IO dove però è previsto un limite di cinquanta servizi. Se un comune nella prima fase aveva chiesto e ricevuto il finanziamento solo per 8 servizi (il numero è sempre a titolo d’esempio), ora può implementare la richiesta con nuove attivazioni fino al raggiungimento dei 50 servizi massimi possibili.

Vantaggi
Per i comuni si tratta di un’occasione straordinaria, in tutti i sensi. Infatti, anche quegli enti che si sono visti negare il “Fondo Innovazione”, ora possono accedere a una linea di finanziamento più semplice. Hanno, per la seconda volta, la possibilità di digitalizzare il proprio ente, fornire nuovi servizi ai cittadini, snellire le procedure. Inoltre, i bandi PNRR “retribuiscono” il comune in un modo decisamente più cospicuo rispetto al Fondo Innovazione, per cui non c’è motivo per cui non si debba partecipare.

Siti e servizi
Una situazione diversa riguarda i finanziamenti in ambito PNRR per i siti e servizi digitali. Qui si apre un capitolo differente, perché la riapertura dei bandi è la conseguenza di aver trovato nuovi finanziamenti per dare il contributo a tutti quegli enti che si sono visti negare la domanda ma solo per carenza di fondi degli avvisi. In questo caso, però, devono ripresentare il bando ex novo.
Sempre in questo ambito, c’è da segnalare un’importante novità. Infatti, è stato pubblicato il prototipo dell’interfaccia del sito e dei servizi comunali, sono state aggiornate per l’ennesima volta le linee guida e sono state rese note le prime indicazioni sui controlli e su come funzionerà l’app di validazione dei siti (come la chiama il Dipartimento, riferendosi al software), che potrà funzionare sia online sia in modalità stand alone sugli ambienti di lavoro.
Un importante lavoro di aggiornamento da parte dell’amministrazione centrale che si rivelerà molto utile, perché così comuni e aziende fornitrici di servizi avranno indicazioni più precise sugli obiettivi da raggiungere, sulle modalità per conseguire i risultati e sui risultati stessi, anche dal punto visivo.
I comuni, anche in questo caso, hanno l’opportunità di svecchiamento delle loro interfacce e, per quei casi in cui i siti e i portali dei servizi siano stati realizzati relativamente di recente, di aggiornarsi all’ultima versione certificata dall’AgID.

Esperto Area Servizi Web di Kibernetes | + articoli