Il 14 settembre sulla Gazzetta Ufficiale numero 215 è stato pubblicato il decreto con le Linee guida per le nuove assunzioni nella pubblica amministrazione. Gli enti nelle loro selezioni dovranno tenere conto non solo delle conoscenze dei candidati ma anche delle capacità comportamentali, relazionali e tecniche. In poche parole, dovranno essere considerate le «soft skills».
La nuova PA
Il decreto firmato dal ministro per la PA di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze segna il futuro della pubblica amministrazione. Negli uffici infatti ci saranno più competenze specifiche e meno generiche, come invece è stato fino ad ora. Una scelta necessaria per sostenere la trasformazione della PA, che deve essere più competente per cavalcare l’onda del cambiamento del Paese verso la digitalizzazione e la sostenibilità, così come previsto dal PNRR.
Al dipendente quindi verranno richieste non solo le nozioni teoriche, ovvero il “sapere”, ma anche il “saper fare”, quindi le capacità tecniche, e il “saper essere”, le competenze comportamentali. Ecco allora che le soft skills dovranno obbligatoriamente essere tenute in considerazione, poiché indispensabili per poter traghettare la PA verso un nuovo orizzonte.
Cosa sono le soft skills
Cosa sono queste famigerate competenze trasversali? Perché sono così importanti nel mondo del lavoro?
Le soft skills si manifestano ogni qualvolta un dirigente, un manager e soprattutto un dipendente si trovano in situazioni che per essere affrontate e risolte richiedono non solo conoscenze di tipo tecnico ma anche flessibilità, problem solving capacità di lavorare in gruppo, empatia, doti comunicative e persuasive.
Possono essere innate in una persona, ma nella maggior parte dei casi possono essere frutto dell’esperienza di un dipendente, e quindi sviluppate e perfezionate nel tempo. “Allenare” e perfezionare queste competenze aiuta se stessi, perché si avrà maggiore motivazione, un rapporto migliore con i colleghi e con i superiori e di riflesso aiuterà anche complessivamente l’ufficio (il discorso vale anche nel privato) perché si avrà un ambiente di lavoro più sereno e quindi produttivo, capace di convogliare l’energia di una squadra verso il raggiungimento degli obiettivi.
Le soft skills più richieste
Quali sono queste famigerate soft skills? Il World Economic Forum nel suo ultimo report ha stilato una lista di quelle più richieste dalle aziende.
Eccone alcune:
Capacità di comunicazione. Esercitare al meglio le capacità comunicative riduce i fraintendimenti, le discussioni e le incomprensioni, migliora la negoziazione. Tutti aspetti che si traducono in maggiore efficienza e produttività.
Intelligenza emotiva. Sono in molti gli esperti che considerano l’intelligenza emotiva basilare per il successo, la cui importanza è ritenuta pari, se non superiore, al QI (al riguardo, è utile la lettura del celebre libro di Daniel Goleman)
Lavoro di squadra. Il lavoro odierno richiede sempre più team di lavoro preparati dal punto di vista tecnico e delle conoscenze ma anche in grado di lavorare in autonomia e armonia con altri team o uffici.
Gestione del tempo. La gestione del tempo sul lavoro è fondamentale, perché migliorare l’organizzazione e definire le giuste priorità permette di raggiungere meglio e più in fretta gli obiettivi.
Pazienza. La pazienza è strettamente collegata all’autocontrollo, anche chiamato hardiness, la capacità di gestire correttamente i sentimenti, i desideri e le aspettative.
Flessibilità. È la propensione ad accettare nuove sfide, a formarsi continuamente, quello che gli inglesi chiamano lifelong learning, una formazione che dura tutta la vita.
Creatività. La capacità di creare e inventare, risultato dell’intreccio di tante qualità come la deduzione e l’intuizione, ragione, immaginazione, emozione.
Problem solving. O, in italiano, ‘risoluzione di problemi’, la capacità di adattarsi a una situazione critica o nuova e raggiungere lo scopo prefissato.
Public speaking o capacità di parlare in pubblico. Anche qui, c’è chi ha questa dote innata, chi invece l’ha acquisita. È un’abilità molto richiesta e difficile da trovare.
L’importanza del mindset
Allenare le soft skills sopracitate significa modificare il proprio mindset e lavorare su di esso.
Per mindset si intende la propria “mentalità”, il modo di processare, interpretare, leggere e poi applicare le informazioni acquisite: quanto succede dentro e intorno a noi. Se è “statico” pone in una posizione giudicante e ripetitiva. Se è “dinamico” è capace di indirizzare verso azioni costruttive in un’ottica di crescita, miglioramento continuo e apprendimento, trasformando il successo in realizzazione personale.
Affinché un’organizzazione risulti efficace e ottimale è essenziale lavorare sul mindset individuale, incentivando e allenando le soft skills. Dato che l’innovazione è sempre legata alla creatività e alla motivazione delle persone, lo sviluppo delle competenze dovrebbe basarsi su una formazione caratterizzata dalla comunicazione, dalla sensibilizzazione e dal supporto verso i dipendenti. In questo modo si creerà un ambiente stimolante in grado di motivare la creatività, i valori e le competenze individuali, sotto un progetto comune che avrà come risultato l’innovazione nella PA.
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