Si prevede un ulteriore snellimento e facilitazione delle procedure per l’assunzione di nuovo personale nelle pubbliche amministrazioni, e dunque anche negli enti locali. Secondo quanto affermato dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, in audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul decreto legge per l’attuazione del Pnrr (Dl 152/2021). “Non è sfuggita all’attenzione del Governo – ha infatti affermato il ministro – la necessità rappresentata recentemente e in più sedi, da parte dei rappresentanti degli enti locali, di provvedere con urgenza ad una revisione della disciplina sui limiti delle capacità assunzionali”.
Cosa prevede il dl 152/2021? Per le pubbliche amministrazioni sostanzialmente due novità rilevanti soprattutto per i professionisti che andranno a lavorare negli enti per l’attuazione del Pnrr. In primo luogo non saranno più obbligati a cancellarsi dall’albo o dall’Ordine di appartenenza. In secondo luogo, ma non meno importante, la possibilità di optare tra il regime previdenziale di provenienza (e quindi legato all’ordine professionale) o l’iscrizione all’Inps, cioè quello previsto per i dipendenti degli enti pubblici.
Non solo. Il provvedimento aumenta a oltre mille gli incarichi di collaborazione che possono essere attribuiti ai territori a supporto delle attività di semplificazione, secondo quanto previsto dal decreto legge 80/2021. E inoltre estende a tutte le pubbliche amministrazioni (cioè tutti gli enti citati nell’art. 1 comma 2 del Dlgs 165/2001, la legge che disciplina le assunzioni nelle PA), la possibilità di associarsi a Formez PA per poter usufruire dei suoi servizi sia per il reclutamento sia per l’assistenza tecnica.
Queste assunzioni andranno a ingrossare le “truppe” che lavorano negli uffici per la gestione ordinaria della macchina amministrativa? Non sembra essere questa l’intenzione del ministro. “Anche stante il processo di digitalizzazione in atto – specifica Brunetta – i Comuni hanno carenze specifiche di personale per gli investimenti. Manifestano, cioè, esigenze di personale qualificato in virtù dell’aumento degli investimenti fissi lordi fino a 15 miliardi annui, anche grazie al Pnrr”. Mentre per le funzioni ordinarie degli enti, secondo le previsioni ministeriali, avranno meno necessità di personale, per lo meno “per le funzioni che saranno digitalizzate”. Mentre “il maggior fabbisogno” si avrà per quelle posizioni “legate alla curva degli investimenti”.
“Il ragionamento che stiamo facendo”, conclude Brunetta, “è quello di riscrivere le norme riguardanti le potenzialità assunzionali dei comuni in funzione non di generici indicatori di spesa corrente e di costi del personale, ma di spesa per personale qualificato legato ai trend che si stanno incrementando (investimenti, servizi alla persona). Significa correlare i fabbisogni assunzionali agli obiettivi che hanno trend incrementali, rendendo le regole non ottuse e piatte, ma intelligenti, in funzione dei bisogni dei Comuni in questo particolare periodo storico”.