(Maria Assunta Serra, direttrice generale di Sardegna Ricerche, agenzia della Regione Autonoma della Sardegna. Foto: Profilo Facebook di Maria Assunta Serra)
È un periodo molto intenso per Maria Assunta Serra, da un anno alla guida di Sardegna Ricerche, agenzia della Regione Sardegna deputata allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, in veste di Direttrice Generale, dopo aver guidato l’ente come commissario straordinario per altri due anni. Si stanno infatti presentando i progetti realizzati nell’ambito POR-FESR 2014-2020. Dopo l’evento del 18 maggio dedicato all’aerospazio, in cui è stato presentato anche SardOS, il progetto a cui ha partecipato Kibernetes, abbiamo voluto chiederle cosa riserva il futuro con il nuovo bando e che tipo di progetti verranno realizzati.
Il Por Fesr 2014-2020 ha generato finanziamenti totali per oltre 10 milioni di euro, specie nell’ambito aerospazio. Un bel traguardo per Sardegna Ricerche
Sì, per l’esattezza 12 milioni di euro per complessivi 23 progetti, in diversi ambiti. Per l’aerospazio, a cui ha partecipato Kibernetes con SardOS, ci sono stati 8 progetti per 7 milioni di euro; sei in materia di agroindustria, 5 su reti intelligenti e 4 su ICT: in totale, appunto, 12 milioni di euro.
Quante imprese sono state coinvolte in totale?
Quaranta. Sia sarde, sia a livello nazionale, che però hanno aperto una sede operativa in Sardegna e collaborato con centri di ricerca che hanno partecipato ai progetti: le Università di Cagliari e Sassari, la Scuola di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza di Roma, il CNR, l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna e Agris, l’agenzia della Regione Sardegna che si occupa di agricoltura, e poi con le società partecipate da Sardegna Ricerche, il CRS4 e Porto Conte Ricerche.
Un bel risultato ma sicuramente non vi fermerete qui: quali saranno i prossimi ambiti di intervento?
Entro l’estate, se tutto va bene, partirà il nuovo POR-FESR 2021-2027, che vedrà un’assegnazione finanziaria molto superiore rispetto alla precedente: all’Asse 1 il POR-FESR dedicava 105 milioni di euro, con quello 2021-2027 si arriverà a 150 milioni di euro.
A questa cifra vanno uniti i fondi che arriveranno dal PNRR. È un periodo in cui le risorse sono tantissime. Forse mai, dal dopoguerra ad oggi, ci sono mai state così tante risorse per la ricerca, che comporterà una spendita di risorse nazionali e della Comunità europea molto importante.
In che modo verrà utilizzato tutto questo denaro?
Questa dovrà essere un’occasione unica che dovremmo sfruttare al meglio. Quindi, dovremmo finanziare progetti non tanto per un mero impiego delle risorse ma in idee che guardino al futuro: investimenti per aumentare la competitività delle imprese sarde e nazionali, per riuscire a migliorare le nostre performance come Regione e quindi aumentare il pil della Sardegna.
È necessario però che le aziende siano co-finanziatrici dei progetti. Se dovesse rivolgersi alle aziende nazionali, cosa direbbe loro per convincerle a investire in questo tipo di progetti?
Nelle imprese private, soprattutto nelle piccole e medie imprese, c’è scarsa propensione a investire in ricerca e sviluppo. Questi fondi invece sono un incentivo alle imprese per creare e portare innovazione: nei processi produttivi, nei prodotti ma anche nell’organizzazione dell’impresa stessa. Con i nostri fondi arriviamo a co-finanziare fino al 70-80% dell’intero progetto, le imprese sono quindi chiamate a uno sforzo solo del 20-30% del totale, quindi è un’occasione importante per loro.
Quanti posti di lavoro stabili e ben remunerati hanno generato i progetti sull’aerospazio?
È un’indagine che si svolgerà appena terminano tutti i progetti. Alcuni, infatti, non sono ancora terminati. E non sarà svolta a livello di Sardegna Ricerche ma a livello di Regione Sardegna. Sarà un dato molto significativo, per capire cosa ha generato questa massa di risorse che sono state messe in campo. Infatti, nei progetti le aziende avevano la possibilità di inserire il costo del personale: un’occasione importante per finanziare l’assunzione di personale qualificato che noi speriamo venga stabilizzato alla conclusione del percorso.
È soddisfatta dei progetti presentati e realizzati fino ad ora?
Siamo molto soddisfatti perché si è raggiunto un livello di eccellenza ragguardevole. Quando si arriva a determinati risultati si possono addirittura brevettare le soluzioni che sono state create.
Come è appunto il caso di SardOS, che ha portato Kibernetes a sviluppare una soluzione che poi è stata brevettata.
Sì e non solo. Diverse aziende che hanno partecipato a questi progetti hanno avuto già contatti a livello internazionale.
Sardegna Ricerche avvia azioni successive per agevolare l’inserimento dei progetti nel mercato e farli poi camminare con le proprie gambe?
Sardegna Ricerche sostiene le imprese anche sul fronte internazionalizzazione, tant’è che presentiamo le aziende che collaborano con noi agli eventi internazionali a cui partecipiamo. Tra poco, a giugno, per esempio saremo presenti ai Viva Technology di Parigi; a gennaio andremo al CES di Las Vegas. Nell’ottobre scorso abbiamo portato le imprese a Dubai, dove a margine dell’Expò c’è stata una settimana di eventi in cui le migliori imprese hanno presentato i loro prodotti ai mercati dei paesi arabi. A questi eventi partecipano anche investitori che sono alla ricerca di idee innovative su cui investire risorse importanti.
Avete proposto alla Regione qualcuno di questi progetti? Cosa vi hanno risposto?
La Regione Sardegna di per sé non acquista dei progetti. Gli enti locali, però, potrebbero utilizzare delle innovazioni realizzate, ad esempio quelle che agevolano la pianificazione urbanistica e territoriale o la mitigazione del rischio idrogeologico, come il vostro SardOS o il progetto sulla previsione degli incendi, due problemi entrambi molto sentiti in Sardegna.
Cosa si può migliorare nella gestione di questi avvisi?
Sicuramente è molto complessa la rendicontazione delle spese, perché ci sono delle norme della Comunità europea da rispettare. Stiamo però cercando degli accorgimenti per rendere meno difficoltosa la gestione del finanziamento da parte delle imprese. Diamo un acconto iniziale per la partenza del progetto, che viene poi seguito passo passo dal nostro personale, per poi essere analizzato da esperti esterni – abbiamo un elenco di figure che controllano gli aspetti scientifico – e quindi svolgiamo un monitoraggio puntuale su quello che viene fatto. Siamo quindi in grado di “raddrizzare” il progetto appena se ne presenta la necessità.
(nella foto: Maria Assunta Serra, direttrice generale di Sardegna Ricerche, agenzia della Regione Autonoma della Sardegna. Credit: Profilo Facebook di Maria Assunta Serra)
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