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Benché molti studi abbiano ormai incontrovertibilmente dimostrato che il multitasking genera inefficienza, la credenza che il multitasking permetta di fare di più permane. 

I programmatori sanno che lo switching da un sistema ad un altro non è privo di perdite di performance per i computer. La stessa cosa vale per il cervello umano, soltanto con una perdita più consistente: non è infatti possibile elaborare simultaneamente più azioni che richiedano un carico cognitivo importante senza avere una altrettanto importante perdita di efficienza. 

Gerald Weinberg ha quantificato la perdita dovuta al passaggio da un contesto all’altro, quando si gestiscono più progetti contemporaneamente.

Numero di progetti gestiti simultaneamente Percentuale di tempo disponibile per progetto Perdita dovuta al passaggio da un contesto all’altro

1

100% 0%

2

40% 20%

3

20%

40%

4 10%

60%

5 5%

75%

Già aggiungere un solo progetto ad un altro provoca che il 20% di tempo sia buttato via nel passaggio da un progetto all’altro. Aggiungendo un terzo progetto quasi la metà del tempo persa nello switching.

E la perdita, oltre al tempo, è anche qualitativa. A questo proposito, c’è uno studio storico della Hewlett Packard, riportato dalla BBC news, sulle conseguenze dell’”infomania“: i lavoratori distratti dalle email o dal rispondere al telefono soffrono un abbassamento del QI due volte peggiore rispetto a quello trovato nei  fumatori di marijuana.

Per approfondire:

https://www.amazon.it/Quality-Software-Management-Thinking-Paperback/dp/0932633722

Consulente del Dipartimento per la Trasformazione digitale di Dipartimento per la Trasformazione Digitale - Governo Italiano | + articoli