Se si è in ufficio a contatto con il pubblico e non si conosce la persona che si ha di fronte, oppure se si deve esporre un’idea a un superiore, o convincere la giunta ad approvare un progetto, il superpotere di “leggere il pensiero”, cioè capire se gli altri siano ben disposti, o se avranno una reazione negativa rispetto a quello che diciamo, prima che aprano bocca, può darci un bel vantaggio.

I pensieri traspaiono dalle espressioni del volto, spesso senza consapevolezza.
Questo “potere” si ottiene imparando a leggere i volti. Le persone, infatti, espongono costantemente i propri pensieri e soprattutto le proprie emozioni senza esserne consapevoli e queste informazioni non passano attraverso la parola, ma attraverso le espressioni del viso.
Capire le emozioni consente di anticipare le reazioni degli altri. Si può comunicare e modulare il messaggio sulla base delle informazioni che ci arrivano in maniera subliminale, senza che siano dette ad alta voce.
L’abilità di “leggere in faccia” è anche utile per capire se la persona sta mentendo, perché le emozioni rivelatrici possono uscire attraverso espressioni che non sono sotto il controllo consapevole, rivelando intenzioni che sono diverse da quelle che ci sta raccontando.
Lo psicologo Paul Ekman ha lavorato molto per togliere l’aura di mistero alla capacità di leggere il pensiero delle persone. È partito dall’analisi del volto per elaborare un metodo scientifico che consente di decifrare l’emozione che la persona che si ha di fronte sta provando, e quindi anche i pensieri e tutto quel concentrato di informazioni che non ci dice apertamente.

(fonte: mschangart.com)
Il sistema di Ekman in teoria è semplice e si concentra sul volto, che divide in tre zone:
- fronte
- occhi
- Bocca
Questa suddivisione è da tenere ben presente per aver chiaro su cosa ci si vuole concentrare quando si deve decodificare le emozioni del proprio interlocutore.
Le sette emozioni fondamentali, secondo Paul Ekmann sono:
Un aspetto delicato è la rapidità con cui le emozioni compaiono sul volto. Le emozioni, infatti, sono molto fugaci: compaiono per frazioni di secondo, per poi scomparire. Proprio per non perdere informazioni importanti, in laboratorio Ekman riprende le persone con la telecamera , per poi riguardare a rallentatore la comparsa delle cosiddette “microespressioni”.
Nella vita di tutti i giorni fare questo non è possibile. Però con un po’ di pratica e molta attenzione si possono comunque registrare informazioni importanti di chi abbiamo di fronte.

Riguardare le micro-espressioni al rallentatore. La tecnica è utilizzata da Ekmann e dai suoi gruppi di ricerca.
Nella serie “Lie to me”, Cal Lightman scopre le micro-espressioni riguardando continuamente al rallentatore un’intervista della madre (per i pochissimi che non avessero visto la serie, l’episodio è l’ottavo della prima stagione).
Qualche indicazione per chi vuole approfondire:
- I volti della menzogna: Gli indizi dell’inganno nei rapporti interpersonali – Paul Ekmann Ed. Giunti
- Atlante delle emozioni umane.156 emozioni che hai provato, che non sai di aver provato, che non proverai mai – di Tiffany Watt Smith (Autore) Violetta Bellocchio (Traduttore) – UTET, 2017
- Il lavoro del Paul Ekman Group: https://www.paulekman.com/