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Il problem solving è la capacità di arrivare alla soluzione di un problema adottando strategie innovative o percorrendo itinerari nuovi. E’ una competenza preziosa, che torna utile quando ci si trova a dover fronteggiare situazioni nuove e che per essere risolte richiedono un approccio innovativo, proprio perché tutto ciò che nel passato è già stato fatto non funziona più.

I primi studi sul problem solving son stati fatti negli anni ’20 del secolo scorso da Kohler, lo psicologo della Gestalt.
Gli scimpanzé
degli esperimenti di Kohler che erano inseriti in un ambiente nuovo, con pochi elementi a disposizione, come un bastone o una cassa e una banana messa in alto nel soffitto: se volevano mangiare, dovevano imparare a cavarsela da soli, con quello che avevano. Quelli che ci riuscivano compivano un vero e proprio atto creativo, ristrutturando il significato delle casse o del bastone, per farli diventare elementi funzionali al sistema.

| L’esperimento di Kohler con gli scimpanzé. Il problem solving (o insight learning) avviene improvvisamente,  quando si realizza come risolvere il problema, utilizzando le casse come supporto per arrivare alla banana.

Secondo Kohler dobbiamo distinguere tra due tipi di pensiero:

  • pensiero riproduttivo, in cui si riproducono sequenze che negli anni sono state utili per risolvere i problemi e il
  • pensiero produttivo, quando, per risolvere un nuovo problema si opera un vero e proprio atto creativo in cui a partire dai singoli elementi a disposizione si arriva a comporre qualcosa di nuovo.

Il problem solving infatti per Kohler avviene all’improvviso attraverso una intuizione, o insight:  tutti i pezzi del rompicapo trovano posto e la soluzione “appare” davanti agli occhi.

Consulente del Dipartimento per la Trasformazione digitale di Dipartimento per la Trasformazione Digitale - Governo Italiano | + articoli