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I cambiamenti legislativi in ambito fiscale e contabile che hanno avuto come comune denominatore la digitalizzazione hanno portato una maggiore efficienza negli uffici ma nel contempo hanno incrementato gli adempimenti che un ente pubblico deve fronteggiare. Spesso queste innovazioni si sono integrate a fatica nella realtà quotidiana dell’Ente ma una volta a regime hanno comportato notevoli vantaggi “di sistema”.

I benefici del cambiamento
I cambiamenti stanno procedendo ad una velocità elevata. Gli strumenti tecnologici, come i software e i supporti informatici ormai sono maturi. Ma il punto centrale non è la tecnologia, è l’organizzazione che fa fatica a cambiare al ritmo che i cambiamenti legislativi richiederebbero.
Si rende pertanto necessario un mutamento nell’approccio organizzativo e procedurale alle innovazioni tecnologiche e normative in atto, ed è proprio questa l’occasione per effettuare un cambio di passo e vedere il cambiamento non come un mero adempimento ma come un’opportunità da cogliere per creare efficienza.
I vantaggi di avere una corretta gestione infrannuale dell’imposta sono quelli di avere un perfetto allineamento tra gli aspetti contabili e quelli fiscali, minimizzare il rischio sanzionatorio e diluire nel tempo le risorse dedicate a tali attività.
Ciò richiede soprattutto un elemento molto prezioso per il Comune: il tempo. Tempo per condividere, tempo per studiare, tempo per fare. Tempo che molto spesso le amministrazioni pubbliche non hanno a disposizione e il supporto di un partner esterno che conosce bene la materia può essere cruciale nell’aiutare gli Enti a seguire il ritmo del cambiamento.
Non si tratta di aiutare l’Ente a spuntare l’elenco dei compiti da eseguire, ma di supportarlo in un vero e proprio cambiamento di mentalità.

L’amministrazione centrale: supporto o supplizio?
Infatti, se in precedenza le informazioni che un ente doveva inoltrare agli organi preposti al controllo erano comunicate in periodi predefiniti e con cadenza annuale, oggi gli uffici finanziari sono tenuti ad ottemperare a molteplici adempimenti durante tutto il corso dell’anno. Le rilevazioni da cui estrapolare i dati da comunicare impattano pesantemente sulla vita quotidiana e danno vita ad un quadro quanto mai complesso. Solo per fare un esempio, si considerino l’obbligo della trasmissione telematica delle “Comunicazioni liquidazioni periodiche IVA” (LIPE, con cadenza trimestrale) e dell’Esterometro e, fino al termine dello scorso anno, dello Spesometro.
Inoltre, la gestione dell’IVA prima dell’introduzione dello Split Payment avveniva extra-contabilmente ed aveva soltanto delle ricadute fiscali, oggi vanno considerati anche altri due aspetti:
l’aspetto contabile, in quanto la scissione dei pagamenti impone all’Ente la redazione di alcune scritture contabili che incidono sul bilancio;
l’aspetto di cassa, perché il credito IVA vantato strutturalmente dagli Enti Pubblici negli anni pregressi è andato progressivamente ad erodersi, generando, di conseguenza, l’obbligo da parte degli Enti stessi di procedere a periodici versamenti di imposta.
In caso di omissione o di errata determinazione l’Amministrazione sarebbe soggetta al pagamento di interessi e sanzioni (attraverso l’istituto del ravvedimento operoso).

La fatturazione elettronica
Facciamo un altro esempio. Prendiamo un’innovazione digitale tra quelle che hanno avuto un maggiore impatto: la fatturazione elettronica. Introdotta per gli Enti pubblici a partire dal 2015 per le fatture ricevute ed ulteriormente implementata nel 2019 per la totalità delle fatture emesse, la fattura elettronica ha apportato una vera e propria rivoluzione nel modo di gestire gli aspetti contabili e fiscali, talvolta mal inserendosi all’interno di processi ben consolidati.
Una volta emessa, la fattura elettronica è immodificabile ma, seguendo i dettami del legislatore, nel caso di fattura ricevuta in regime di inversione contabile, il destinatario ha l’obbligo di integrare il documento stesso con l’aliquota IVA e l’imposta dovuti per legge. Ciò richiede che la fattura, già firmata digitalmente, sia integrata con gli ulteriori elementi, salvata in pdf, resa nuovamente immodificabile, apponendo ancora una volta la firma digitale ed archiviata per la conservazione. Precedentemente all’introduzione della fattura elettronica era sufficiente integrare “a penna” la fattura cartacea.
Questo semplice esempio può esserci utile a comprendere quanto le innovazioni tecnologiche e normative, che a volte l’Ente non è pronto a recepire tempestivamente, possano influire sulla gestione operativa riguardante gli aspetti fiscali e contabili.

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