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Aumentare le percezioni dei sensi umani e far vivere sensazioni finora mai provate, con oggetti che vedremo e useremo ma che nella realtà materiale non esistono. Questo permetteranno le tecnologie immersive e la dematerializzazione, due concetti che saranno cardine del prossimo futuro. Negli anni Ottanta la diffusione dei personal computer ha dato al grande pubblico la possibilità di elaborare dati autonomamente. Qualche tempo dopo, tra la fine del Novecento e il 2000, Internet ha permesso di democratizzare l’accesso alle informazioni. Intorno al 2010 è arrivata la tecnologia mobile, a cui si deve riconoscere di aver sviluppato una vera e propria estensione del corpo umano, gli smartphone. Ora un’ennesima rivoluzione è alle porte: gli anni Venti e sicuramente i Trenta del Duemila saranno gli anni del Metaverso.

Una rivoluzione che avverrà nello spazio, inteso come luogo attorno a cui ci si muove. Shane Wall, che ha fatto parte del Consiglio dei consulenti della presidenza americana in materia di scienza e tecnologia, ha affermato che nei prossimi 15 anni ci saranno più cambiamenti che in tutta la storia umana fino ad oggi.

Un nuovo spazio digitale

Il nuovo mondo sarà fatto di quelle che oggi conosciamo come realtà virtuale e realtà aumentata, che andranno a completare la realtà fisica in cui siamo abituati a vivere. Qualcuno già lo chiama Metaverso, per intendere uno spazio immersivo collettivo, in cui la realtà fisica sarà aumentata, cioè arricchita da informazioni digitali che modificheranno la percezione sensoriale, e in cui la realtà virtuale, quella che attraverso i visori già permette di immergersi in un mondo disegnato in 3D, sarà fisicamente persistente. Non più schermi dei monitor piatti – in 2D – quindi, ma spazi aperti con cui interagire.

Nvidia, tra le più importanti aziende tecnologiche Statunitensi, lavora da tempo a Omniverse, una piattaforma aperta ed espandibile, “progettata per la collaborazione virtuale e la simulazione fisicamente accurata”, che è destinata ad ospitare il nuovo spazio digitale. Mark Zuckerberg, fondatore del social media Facebook e oggi amministratore delegato dell’azienda Meta, ha recentemente annunciato “l’inizio del prossimo capitolo per internet, e il prossimo capitolo anche per la nostra azienda”. Un nuovo capitolo che porterà anche i social a trasferirsi all’interno di piazze virtuali, in cui i profili personali si trasformeranno in spazi personali, in cui si incontreranno i propri contatti, i familiari, gli amici. Ed è lì che si troveranno anche negozi, musei, intrattenimento. E gli uffici pubblici.

La PA nel Metaverso

Ci si è abituati ai videogiochi, ai concerti e agli eventi organizzati in realtà virtuale, alle esperienze immersive nei musei. A breve ci si dovrà aspettare di essere invitati a meeting di lavoro all’interno di uffici simulati, in cui tutti interagiranno attraverso i propri avatar, di ricevere i cittadini in uno sportello virtuale, che li renderà più autonomi e più vicini alle istituzioni. Nasceranno  nuove figure professionali, formate sulle tecnologie blockchain, che permettono di gestire le transazioni in maniera aperta e sicura, sul cloud computing, che consente di elaborare e archiviare dati in rete, e sullo spatial computing, cioè la digitalizzazione delle attività di macchine, persone, oggetti, ambienti.

Il futuro sta arrivando

Nei prossimi anni è quindi in arrivo una nuova, lenta, transizione: tutte le più grandi aziende tecnologiche lavorano da tempo per costruire piattaforme e strumenti del futuro. Infatti, mentre Ray-Ban ha già portato sul mercato i suoi smart glasses – in collaborazione con Meta – dotati di fotocamera, sistema audio e possibilità di condivisione dei contenuti sui social, Apple entro qualche anno presenterà i suoi Apple glasses, occhiali per la realtà virtuale/aumentata. A proposito di abbigliamento, invece, la Nike già lavora a delle scarpe virtuali che verranno indossate nel Metaverso.

A questo punto non ci resta che prepararci ad avere addosso i visori digitali. Ad abiti, giacche e cravatte penseranno i nostri avatar.

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Esperta di comunicazione, si occupa di graphic e web design. Docente di comunicazione e web marketing.