Nelle sue successive versioni, il Piano Triennale ha sottolineato l’importanza di progettare servizi digitali semplici e accessibili, riferendosi, con questi due aggettivi, a due discipline ben definite della UX Design: l’usabilità e l’accessibilità.
In questo articolo parleremo dell’accessibilità, di cosa significa, di quali sono i parametri su cui misurarla e degli standard internazionali.
Cos’è l’accessibilità?
L’accessibilità è la caratteristica dei sistemi informatici, che siano siti o software, di poter essere fruiti senza discriminazioni anche da coloro che a causa di disabilità richiedono l’utilizzo di tecnologie assistive o di particolari configurazioni.
I principi dell’accessibilità
Al centro dell’accessibilità c’è la fruizione dekke informazioni, senza discriminazione. Testi scritti con colori chiari non possono esser visti da ipovedenti, immagini senza descrizione alternativa non possono esser letti dai software di lettura vocale utilizzati dalle persone non vedenti sono alcuni esempi, ma anche linguaggio gergale o tecnico che non può esser capito da chi non è del mestiere è un ostacolo all’accessibilità.
I principi generali sono la percepibilità, l’utilizzo, la comprensione e la robustezza di un contenuto o di una informazione. Per robustezza si intende la capacità di un contenuto di essere interpretato da una varietà di software in maniera affidabile.
Quali sono gli standard internazionali?
Le linee guida dell’accessibilità in Italia riprendono il lavoro delle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG). Le WCAG sono standard internazionali, elaborati all’interno del W3C. La prima versione risale al 1999 e, da lì, si sono costantemente evolute in relazione alla tecnologia.
Per approfondire:
https://www.w3.org/Translations/WCAG21-it/