Con l’introduzione del lavoro agile a partire dal 2017 e la relativa emergenza COVID-19, i dipendenti pubblici hanno dovuto apprendere con celerità le nuove modalità di lavoro. Se da un lato sicuramente il lavoro agile è stato utile ai fini del contenimento della pandemia e della sicurezza dei lavoratori, dall’altra sono sorti problemi relativi alla salute di quest’ultimi. Uno degli argomenti oggetto di maggior dibattito già dall’autunno scorso è stato il cosiddetto diritto alla disconnessione.
Sulla questione, è il legislatore stesso a essere intervenuto: in fase di conversione del D.L. 30/2021 ha infatti inserito all’art. 2, il comma 1-ter che prevede: “Ferma restando, per il pubblico impiego, la disciplina degli istituti del lavoro agile stabilita dai contratti collettivi nazionali, è riconosciuto al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati. L’esercizio del diritto alla disconnessione, necessario per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.
Gli elementi fondamentali introdotti sono:
- il diritto a disconnettersi;
- la valenza degli accordi sottoscritti tra le parti;
- la possibilità comunque di definire periodi di reperibilità.
La norma rappresenta non un punto di arrivo, ma un primo fondamentale passo verso la regolazione del lavoro agile con riferimento alla salute e sicurezza del lavoratore, legato al diritto alla disconnessione e all’efficienza del work life balance.
Laureato in Scienze della Pubblica Amministrazione all'Università della Tuscia, dopo la laurea ho approfondito le materie amministrativo-contabili.
Dal 2014 lavora in Kibernetes, nella sede di Roma, dove ha affrontato i temi legati alle entrate tributarie e degli adempimenti amministrativi e contabili per le opere pubbliche. Attualmente si occupa della normativa sul personale.